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Le Teorie

LE TEORIE EVOLUZIONISTICHE

 

La teoria evoluzionistica

 
L'EVOLUZIONE è il risultato della SELEZIONE NATURALE che opera sulla DIVERSITA' GENETICA. La grande diversità presente nel PATRIMONIO GENETICO degli appartenenti ad una specie rende infatti inevitabile che alcuni individui presentino delle caratteristiche tale da permettere loro di ADATTARSI ALL'AMBIENTE particolarmente bene. Di conseguenza, è molto più probabile che tali individui sopravvivano e prolifichino, che siano ciò selezionati naturalmente.
 
Lo sviluppo e il comportamento di ogni essere umano sono, inoltre, il risultato di una complessa INTERAZIONE TRA FATTORI GENETICI E FATTORI AMBIENTALI. Si può dire che noi siamo il risultato, per gran parte accidentale, di pressioni ambientali sul materiale genetico. Il DIBATTITO NATURA-CULTURA (EREDITABILITÀ GENETICA CONTRO APPRENDIMENTO DALL'AMBIENTE) infiamma tuttora genetisti e ambientalisti che studiano l'evoluzione della specie umana e le sue patologie. La posizione più equilibrata considera, soprattutto riguardo all'uomo e agli animali superiori, i due aspetti indissolubilmente connessi tra di loro.
 
L'apprendimento dipende dalla capacità che ha il soggetto di modificare i propri schemi di comportamento, e quindi i propri circuiti neuronali. L'apprendimento e l'esperienza sono tanto più importanti tanto più è evoluto il cervello, e tanto meno rigidi sono quindi gli schemi comportamentali riflessi e non. Lungo la vasta gamma di specie che va dagli animali più semplici agli esseri umani, la rigidità degli schemi comportamentali - e quindi dei circuiti neurali tipici - diminuisce e lascia spazio alla modificabilità. Naturalmente, la capacità di imparare comportamenti adattivi porta ad uno specifico vantaggio per la selezione naturale, e dunque si parla di EVOLUZIONE come di un SUCCESSO BIOLOGICO.
 
 

L'insight nel processo di apprendimento

 
LA LUCE DELLA CREATIVITA'
All'interno dei numerosi esperimenti condotti sui primati e sull'uomo nell'ambito dei processi di apprendimento, gli scienziati si sono imbattuti a sorpresa in un fenomeno che comporta un vivo quanto inaspettato miglioramento dell'apprendimento. Chiamarono questo processo apprendimento per insight. Descrivendolo, si può certo dire che il suo carattere sia intuitivo e improvviso, che avvenga spesso per caso oppure dopo numerosi insuccessi nel tentativo di risoluzione di un problema.
 
E' l'intuizione, è l'illuminazione del successo di una nuova modalità di pensiero, di un nuovo schema di comportamento, di un nuovo circuito neurale che produce una risposta creativa. Oggi sappiamo che ciò che inibisce maggiormente la risoluzione creativa di un problema, e dunque, il sorgere dell'insight, è la rigidità, o set mentale. L'esperienza, ad esempio, per quanto sia alla base della nostra stessa cultura e contribuisca alla formazione della nostra competenza, può essere elaborata dalla mente in schemi fissi, i quali impediscono l'insorgere di nuove modalità di pensiero. Il set mentale, al pari della rigidità (in termini più specifici si parla di FISSITA' FUNZIONALE), è la tendenza a ripetere le strategie che hanno ottenuto successo in passato, impedendo di scorgere negli oggetti usi inconsueti, non ortodossi, ma efficaci e adeguatissimi.
 
Tutto questo suggerisce l'evidenza che molto spesso non si riescano a trovare strategie maggiormente efficaci di pensiero perché si continua a prediligere le strategie che hanno funzionato in precedenza.
 
 

La creatività ce l'abbiamo nel sangue

 
La creatività è la nostra più grande eredità, il più grande lascito dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori. E' da sempre un fattore cruciale per il successo della nostra specie, tanto che oggi è ampiamente riconosciuta come la competenza chiave che consentì all'HOMO SAPIENS di soppiantare il proprio cugino, l'UOMO DI NEANDERTHAL, nei fertili territori di caccia delle pianure europee. L'HOMO SAPIENS non cessò infatti di produrre invenzioni, sia come singolo individuo sia come gruppo.
 
La creatività, dunque, non costituisce una caratteristica superficiale o bizzarra di una minoranza di individui. Non significa solo fare dei bei disegni o scrivere bene. La creatività è quello che ci fa vedere quello che ancora non esiste, che ci fa reagire a situazioni nuove o ricche di sfide. Quando la mettiamo al lavoro, la creatività è in grado di risolvere ogni sorta di problema e di rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.
 
Soprattutto, la creatività è comune a tutti gli uomini, perché è BIOLOGICAMENTE EREDITATA.
 
 

La teoria di Pfenninger

 
Oggi gli scienziati che studiano il SN sostengono che la creatività rappresenta lo stadio dell'evoluzione dell'uomo più recente della pura intelligenza o razionalità. La creatività - e non la razionalità - è come fosse dunque la ciliegina sulla torta dell'EVOLUZIONE UMANA. In particolare, secondo la TEORIA DELL'EVOLUZIONE DEL SISTEMA NERVOSO DI PFENNINGER, la creatività è la funzione cerebrale più elevata che l'essere umano abbia raggiunto nella sua evoluzione.
 
 
Secondo la GERARCHIA DI PFENNINGER, si possono classificare le funzioni più importanti del Sistema Nervoso umano secondo una scala di grado che, dalle funzioni di base, quelle in comune con tutti gli animali, porta l'essere umano alle funzioni più elevate, proprie e specifiche solo dell'uomo. Tale scala gerarchica pone al livello più basso delle funzioni del SN le funzioni neuro-vegetative. In questo stadio, che chiameremo BIO STATE, avviene tutto ciò che è controllato dal Sistema Nervoso Autonomo, in primo luogo le funzioni corporali. Nello stadio immediatamente successivo, che chiameremo INSTINCT, il Sistema Nervoso è guidato dal comportamento ereditato geneticamente: il comportamento ereditario e tutte le informazioni annesse all'istinto uniscono ancora l'essere umano a tutti gli altri animali: si hanno gli istinti di cacciare, mangiare, accoppiarsi, lottare, fuggire, aggregarsi, proteggere i cuccioli, sopravvivere, etc.
 
E' solo ad uno stadio gerarchicamente successivo, che chiameremo MEMORY, che il Sistema Nervoso Umano inizia a differenziarsi da quello della maggior parte degli animali, anche se mantiene somiglianze con alcuni di essi. E' noto, infatti, che alcuni mammiferi come alcune scimmie, le orche, i delfini ed altri, posseggono una specie di memoria, una cultura che si tramandano da padre a figlio e che li porta a gradini sempre superiori nella Scala Biologica. La memoria è lo stadio dell'evoluzione del Sistema Nervoso in cui si attua il comportamento appreso, l'immagazzinamento delle informazioni al di fuori del genoma, quindi della trasmissione genetica.
 
Al quarto stadio della SCALA GERARCHICA DI PFENNINGER si trova lo stadio che chiameremo LANGUAGE: qui si ha uno scambio di informazioni nell'ambito e all'interno della specie. Al quinto stadio, specifico esclusivamente del Sistema Nervoso dell'essere umano, c'è lo stadio dell'intelligenza. Per quanto ad oggi non sia ancora possibile trovare una definizione scientifica univoca dell'intelligenza, lo stadio che chiameremo INTELLIGENCE viene descritto come lo stadio dell'Evoluzione del Sistema Nervoso in cui l'uomo è capace di adattarsi ad ambienti diversi grazie all'esperienza, di comprendere la differenza dei contesti sociali cui si viene a trovare, e a fare uso di logica e razionalità nella soluzione di problemi. L'ultimo stadio, il sesto, della scala gerarchica dell'Evoluzione del Sistema Nervoso Umano è la CREATIVITA', definita come la capacità di prendere visione di nuovi e originali contesti.
 
E' chiaro che questa visione trova opposizione nella cultura occidentale, dove, dagli antichi Greci in poi, i nostri intellettuali hanno evidenziato come le più grandi conquiste dell'umanità vadano ascritte alle facoltà umane del pensiero logico e razionale.
 
 

Apriamoci all'era della creatività

 
L'ERA DELLA CREATIVITA' è alle porte, ma accettare di farne parte è prima di tutto una sfida. Perché la creatività non poggia sulla logica o su analisi rigorose, ma su convincimenti personali, spesso su sentimenti personali, riguardanti il vissuto individuale, disposti però a farne partecipe la comunità. Il cervello umano è una macchina di complessità e sofisticazione indescrivibili, ma è quasi impossibile che esso operi indipendentemente dallo stimolo delle emozioni. Gli uomini non sono macchine razionali. In realtà, l'uomo generalmente opera sulla base di regole semplici e approssimative! Quando la mente crea qualcosa abbiamo sempre un certo grado di sorpresa, costituito da un nuovo modo di vedere le cose e le situazioni.
La creatività crea sopresa perché suscita emozioni più intense di quelle che generalmente viviamo nella vita quotidiana.
 
L'ERA DELLA CREATIVITÀ propone essenzialmente una nuova modalità di pensiero e di azione, che si assume la responsabilità di essere efficace e adatta, il più vicina alla realizzazione dei propri compiti ma anche della propria personalità. Una modalità di pensiero e d'azione dunque più atta a migliorare la nostra qualità di vita e a renderci, in fin dei conti, uomini, lavoratori, studenti, persone più felici.
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